Un ex vigile del fuoco ha tenuto per due anni sei donne in schiavitù, abusandone sessualmente. E il reporter che ha dato la notizia è stato accusato di rivelare segreti di Stato.
Per una nazione non ancora abituata al crimine lurido e senza senso, il fatto che un ex funzionario civile abbia ridotto sei donne in schiavitù in un bunker sotterraneo e ne abbia uccise due è già abbastanza scioccante.
L’uomo è stato arrestato all’inizio di settembre, ma il caso è diventato di dominio pubblico solo il 22 quando una delle pubblicazioni più aggressive e indipendenti del paese, il Southern Metropolis Daily, ha dato la notizia. Ma il giornalista Ji Xuguang, che ha denunciato il crimine, è stato subito accusato di aver rivelato “segreti di Stato”.
Il reporter ha quindi scritto un articolo in cui ha accusato le autorità di cercare di tenere il pubblico all’oscuro di un crimine odioso, praticato a a meno di due miglia dall’Ufficio di pubblica sicurezza della città.
Secondo il racconto del giornalista Ji, il sospetto Li Hao, 34 anni sposato e con un bambino, avrebbe rapito in tempi diversi le sei donne, tutte tra i 16 e i 24 anni. E, dai saloni del karaoke dove lavoravano, le avrebbe portate in un bunker seminterrato. Nel corso di due anni, il signor Li avrebbe ripetutamente costretto le donne a fare sesso con lui.
Secondo un funzionario di polizia che ha fornito i dettagli al giornalista, il sospetto teneva le prigioniere perennemente affamate in modo che non avessero l’energia necessaria a scappare, ma permetteva loro di "ammazzare il tempo" guardando film e giocando su due pc che aveva regalato loro.
L’ex funzionario Li, avrebbe anche obbligato le donne a prostituirsi ogni volta che aveva bisogno di soldi. Il crimine più grave di cui è accusato è di averne uccise due che gli avevano disobbedito, seppellendone il corpo in fosse poco profonde.
Alla fine una ragazza è riuscita a fuggire e a rivolgersi alla polizia.
"Se avessimo fatto un lavoro più meticoloso saremmo giunti prima a scoprire il reato" ha detto in conferenza stampa Guo Congbin, direttore dell’Ufficio di pubblica sicurezza di Luoyang, che ha anche aggiunto che quattro funzionari della polizia del distretto sono stati sospesi per negligenza e che le procedure per incriminare Li Hao, l’ex vigile del fuoco, sono già arrivate al pubblico ministero.
Le quattro donne liberate sarebbero però ancora agli arresti perché sospettate di avere aiutato Li ad uccidere le altre due ragazze. La polizia ha confermato che le donne sono detenute, ma senza specificarne le ragioni. “Le indagini continuano”, ha detto Guo Congbin che ha anche riconosciuto che c’era stata una comunicazione "insufficiente” con i media sul caso “ancora in corso”, sottolineando la necessità di ulteriori verifiche.
Il reporter Ji Xuguang, dalle colonne del suo giornale, commenta così: "Stavo solo pensando a come rendere la mia storia più precisa possibile. Volevo soddisfare il diritto del pubblico a sapere" – e infatti, gran parte dei media nazionali sono stati ipnotizzati dai dettagli raccapriccianti del caso – "perché, prima che la verità diventi un segreto di stato, il pubblico ha bisogno di risposte".
E forse ha convito anche la polizia. Il direttore dell’Ufficio di pubblica sicurezza di Luoyang ha infatti dichiarato che gli aggiornamenti sul caso sarebbero stati pubblicati online sul loro profilo Weibo. [SPi, CAg] [Fotocredits: cmp.hku.hk]