La Cina potrebbe aiutare l’Europa, ma in cambio chiede il riconoscimento come economia di mercato. Il premier cinese Wen Jiabao, il 14 settembre ha preso parte al World Economic Forum a Dalian ed ha espresso un chiaro suggerimento ai mercati, ripreso da tutta la stampa locale: “Europa e Stati Uniti, prima di tutto devono mettere ordine in casa propria”.
Nel subbuglio mediatico creato dalla notizia secondo la quale la Cina starebbe per investire in Italia (ma gli analisti locali sono scettici), il premier cinese Wen Jiabao manda un messaggio chiaro dal Forum economico mondiale di Dalian: i cinesi dispongono di molti soldi, ma non hanno alcuna intenzione di metterli in investimenti rischiosi. Non è il loro stile, e la stampa locale non esita a evidenziarlo dando grande enfasi al messaggio tra le righe del premier.
L’avviso di Wen Jiabao ha uno scopo preciso: portare l’Europa a riconoscere la Cina come un’economia di mercato. Dato il bisogno di soldi del vecchio continente, la Cina può ora dettare le proprie condizioni. Si tratta di una richiesta che Pechino ha avviato da quando è stata ammessa al Wto, l’Oraganizzazione del commercio mondiale, nel 2001 con la promesse di ottenere lo status di “economia di mercato” entro il 2016. “Il riconoscimento aiuterebbe gli esportatori cinesi ad evitare dispute commerciali, come ad esempio le accuse di dumping, ma i paesi dell’Unione Europea e gli Stati Uniti non hanno ancora dato il via libera”, scrive il South China Morning Post.
Wen Jiabao non si è fatto scappare l’occasione di ricordare le promesse internazionali, sostenendo che un riconoscimento come economia di mercato prima del 2016 verrebbe letto dalla Cina come un “segno di amicizia e sincerità”, sperando di vedere una svolta al più presto possibile. Analogamente Wen Jiabao si è detto fiducioso riguardo gli Stati Uniti, sostenendo che la storia economica del paese, consente un cauto ottimismo rispetto ad una ripresa mondiale.
Sul China Morning Post vengono riportare alcune reazioni alle parole di Wen. Charles Rustein, direttore operativo di Boston di Forrester Research, ha detto che “il tono di Wen era molto fiducioso e le richieste cinesi sono state comprensibili, perché ormai il destino di ogni paese è intrecciato con quello degli altri”. Adam Bly, un altro delegato al convegno di Dalian, ha detto che il discorso di Wen “rappresenta la prova della crescente forza economica di Pechino”.