Trascorsi cinque mesi dall’annuncio ufficiale del Dalai Lama di ritirarsi dalla vita politica, il suo successore, Lobsang Sangay, ha prestato giuramento come nuovo capo del governo tibetano in esilio. Eletto ad aprile, il nuovo premier tibetano ha promesso di continuare nella cosiddetta via di mezzo intrapresa dal Dalai Lama, ossia la richiesta di maggiore autonomia da Pechino, rinunciando alle sirene indipendentiste.
Il premier ha anche messo l’accento sulla necessità di rendere quella tibetana una società democratica e secolare.
Sangay, nato in India 43 anni fa, si è laureato ad Harvard e non ha mai messo piede in Tibet. Il premier ha assicurato che la sua azione non sarà volta contro la Cina ma contro le sue politiche repressive