Con un insolito ritardo rispetto ad altre tragedie della storia recente della Repubblica popolare, venerdì mattina il premier Wen Jiabao si è recato a Wenzhou, teatro dell’incidente ferroviario di sabato 23 luglio.
L’agenzia di stampa Xinhua ha coperto nel dettaglio l’agenda del giorno di Nonno Wen, dipingendo il leader compassionevole e vicino al popolo a cui tutti ormai sono abituati.
Nella mattinata Wen si è recato all’ospedale di Wenzhou a visitare i sopravvissuti al disastro – tra i quali spicca una bambina in condizioni particolarmente gravi, rimasta orfana – per poi incontrare alcuni dei parenti delle vittime, ascoltando le loro opinioni e – sottolinea la Xinhua – “anche i loro dubbi”, prima di inchinarsi profondamente davanti a loro in segno di condoglianze.
Poco dopo è comparso sul luogo dell’incidente per la conferenza stampa. Camicia bianca, pantalone scuro e scarpe da ginnastica, Wen Jiabao ha rassicurato l’opinione pubblica annunciando una seria inchiesta interna per determinare le cause dell’incidente ed individuarne i responsabili, che saranno “duramente puniti” secondo le leggi cinesi.
L’inchiesta, secondo Wen, sarà condotta in profondità e in trasparenza, così da fugare i numerosi sospetti di insabbiamento che in questi giorni corrono di bocca in bocca.
Il premier si è anche scusato per non aver potuto raggiungere Wenzhou in tempi più brevi, spiegando di essere stato “bing chuang” negli ultimi giorni. Bing chuang (病床) significa letteralmente “a letto malato”, ma spesso viene usato per indicare una degenza in ospedale, traduzione adottata dalla sezione inglese della Xinhua che, grazie a un post del blog di Tom Lassetter, ha sollevato alcuni dubbi sulla veridicità della versione di Wen.
Il giornalista di McClatchy ha infatti notato che il 24 luglio Wen Jiabao non si trovava in ospedale, come raccontato da Xinhua, bensì ad un meeting con una delegazione commerciale giapponese a Pechino, a stringere mani ed auspicare una maggiore cooperazione con la controparte giapponese.
Poche ore dopo è arrivata la smentita: Wen Jiabao non si trovava in ospedale ma semplicemente a letto, con l’ordine specifico del dottore di non viaggiare e riposarsi.
Prendendo per vera la smentita, il sito Ministry of Tofu ha comunque raccolto le prime pagine del Renmin Ribao – quotidiano del Pcc – degli ultimi giorni.
Secondo il Quotidiano del Popolo, Nonno Wen tra il 19 e il 25 luglio ha incontrato il primo ministro iracheno al-Maliki, presieduto un meeting esecutivo del Consiglio di Stato, incontrato il presidente del Camerun Biya, pronunciato un discorso a margine di un incontro con esponenti non membri del Pcc e, in ultimo, incontrato la delegazione commerciale Giapponese.
L’intervento di Wen Jiabao, con ogni probabilità, aveva il compito di contrastare l’ondata di sdegno e diffidenza che sin dalle prime ore a ridosso dell’incidente ha colpito il Ministero delle Ferrovie, già al centro della polemica pochi mesi fa per indagini su corruzione e malaffare che hanno portato alle dimissioni dell’allora ministro Liu Zhijun.
Versioni differenti sulla causa dell’incidente – dal guasto causato dal fulmine all’errore di progettazione del sistema di segnaletica d’emergenza – elusive risposte alla stampa e tristi contrattazioni al ribasso per il risarcimento ai parenti delle vittime hanno contribuito a mettere in cattiva luce non solo il Ministero delle Ferrovie, ma tutta la filosofia del progresso che dovrebbe contraddistinguere la Cina del prossimo piano quinquennale. Una corsa al futuro che aveva individuato nel bullet train Pechino-Shanghai il suo fiore all’occhiello.
Wang Yongping, portavoce del Ministero delle Ferrovie che a metà luglio aveva già dovuto scusarsi pubblicamente per i continui ritardi del cosiddetto “treno del futuro”, il 27 luglio è tornato davanti ai giornalisti per spiegare come mai, a poche ore dallo scontro tra i due treni, la prima carrozza – contenente la scatola nera – sia stata seppellita in fretta e furia dalle autorità: “Durante le operazioni di salvataggio d’emergenza, le condizioni della zona erano molto complesse, c’era una palude sottostante ed era molto difficile compiere al meglio il nostro lavoro. Dovevamo anche occuparci di tutte le altre carrozze così [il manovratore della ruspa] ha seppellito la carrozza anteriore, coprendola di terra, ed è stato principalmente solo una questione di dover fronteggiare un’emergenza. Questa è la spiegazione che mi ha dato. Che ci crediate o no, io sicuramente ci credo”.
A fronte di una gestione mediatica così arraffazzonata e fallimentare sul piano della comunicazione, il navigato Nonno Wen, sempre più vicino al pensionamento del 2012, sarà una figura decisamente difficile da sostituire.