I titoli di oggi:
- Rifiutata ai genitori indagine sul figlio sottratto con la forza
- G20: Wang Yi incontrerà Blinken. Riflettori puntati su dazi e tecnologia
- Il Covid torna a correre: vaccinata solo la metà degli ottantenni cinesi
- Diaoyu/Senkaku: navi cinesi difendono la sovranità da intrusione russa
- Shenzhen prima città della mainland a introdurre normativa sul “testamento biologico”
- Crisi energetica in Sri Lanka: la popolazione cucina con la legna
- Corea del Sud: Yoon annuncia tagli al settore statale
Almeno due funzionari sanitari nel Sud della Cina sono stati sospesi per essersi rifiutati di indagare sul caso di un bambino portato via oltre 30 anni fa dai genitori che avevano ripetutamente violato la politica del figlio unico. Venerdì, l’ufficio per la salute pubblica della contea di Quanzhou, nel Guangxi, ha scatenato un’ondata di polemiche per aver respinto la richiesta dei genitori, Tang Yueying e Deng Zhensheng, di avviare un’indagine sulle circostanze della sparizione. Motivando la decisione le autorità locali avevano spiegato che, non trattandosi di un episodio legato alla tratta di esseri umani (bensì di “adeguamento sociale unificato”), non esistevano i presupposti per riaprire il caso. Secondo la famiglia nell’agosto 1990, il bambino – all’epoca di appena pochi mesi – è stato “violentemente” strappato dalle braccia della madre da cinque persone. Da allora la coppia non ha più avuto notizie del figlio. Nel 2016 Pechino ha allentato le restrizioni sulle nascite, ma tutt’oggi ampie zone d’ombra non permettono di fare pienamente chiarezza sull’attuazione della vecchia politica. Alcuni hashtag relativi alla storia di Deng e Tang hanno ottenuto 100 milioni di visualizzazioni su Weibo.
G20: Wang Yi incontrerà Blinken. Riflettori puntati su dazi e tecnologia
Il ministro degli Esteri Wang Yi non è mai stato indaffarato come in questi giorni. Avevamo accennato al meeting del gruppo per la cooperazione del Mekong-Lacang ospitato dal Myanmar. Dopo aver assicurato i paesi partner delle buone intenzioni cinesi (Pechino coopererà di più nella gestione delle risorse idriche) e sponsorizzato la Global Development Initiative (acronimo che sta per “modello cinese), Wang ha proseguito il suo tour asiatico in Vietnam, e Filippine. Le frizioni con l’Occidente hanno reso il Sudest asiatico uno scacchiere anche più strategico per la Cina. La trasferta si concluderà in Indonesia, dove il ministro cinese è atteso per un vertice con i colleghi del G20.
Secondo il dipartimento di Stato americano, a Bali Wang incontrerà Antony Blinken per la prima volta dall’invasione russa dell’Ucraina. Un faccia a faccia che conferma i movimenti degli ultimi giorni: lunedì il vicepremier Liu He ha avuto un colloquio con la segretaria al Tesoro Janet Yellen. Tra le altre cose si è parlato di catene di approvvigionamento e politiche commerciali. Quindi di tariffe e sanzioni. Tempismo non causale considerate le voci che circolano da mesi su un possibile imminente allentamento dei dazi americani. Quanto? Quando? Non è chiaro. Giusto ieri Politico riportava la sua versione: la revisione coinvolgerebbe merci per appena 10 miliardi di dollari. In compenso l’amministrazione Biden starebbe pensando a nuove forme di sostegno per le aziende a stelle e strisce, vere vittime della trade war. Ma fino a ora non è stato facile mettere d’accordo tutti i dipartimenti coinvolti. La Casa Bianca ha contro soprattutto la rappresentante per il Commercio e i sindacati, possibile ago della bilancia nelle elezioni di mid-term. Per il Global Times, l’apertura americana è tutt’altro che “sincera”: “Gli Stati Uniti stanno cercando aiuto dalla Cina per allentare la sua pressione economica, suggerendo che potrebbero allentare le tariffe sulle merci cinesi e dialogare più spesso con alti funzionari cinesi.”
D’altronde, anche una volta allentati i dazi, rimango da disinnescare gli altri spinosissimi dossier: quello di un decoupling tecnologico non è più uno scenario così remoto. Secondo il NYT, Washington starebbe pensando di inasprire le restrizioni sulle esportazioni americane di componentistica strategica, sul genere delle limitazioni imposte alla Russia. Pechino potrebbe rispondere accelerando la codificazione di standard per alcune apparecchiature utilizzate dai dipartimenti governativi e le aziende statali. Per il Nikkei, la manovra escluderebbe di fatto l’utilizzo di tecnologia straniera nelle infrastrutture critiche dei settori finanziario, energetico, dei trasporti e delle telecomunicazioni.
Il Covid torna a correre: vaccinata solo la metà degli ottantenni cinesi
Shenzhen prima città della mainland a introdurre normativa sul “testamento biologico”
Shenzhen è diventata la prima area della Cina continentale ad approvare una normativa sul “testamento biologico“. Secondo quanto stabilito durante l’ultimo meeting del Comitato Permanente dell’Assemblea popolare di Shenzhen, i regolamenti medici andranno modificati così da concedere ai pazienti di rinunciare all’assistenza medica “non necessaria”. L’ospedale – hanno stabilito i legislatori – dovrà rispettare i desideri del paziente e consentirgli di morire pacificamente. Fino a oggi Hong Kong era l’unica città cinese ad avere regolamentato il “testamento biologico”. Lunedì, l’hashtag “La legislazione di Shenzhen rispetta il diritto dei pazienti di prendere decisioni sul fine vita” è diventato virale sui social media cinesi. Molti netizen hanno espresso sostegno per la decisione, anche se non sono mancate opinioni contrarie. Gli esperti hanno spiegato che il testamento biologico è destinato solo ai pazienti sottoposti a cure palliative e pertanto affetti da malattie incurabili.
Crisi energetica in Sri Lanka: la popolazione cucina con la legna
La crisi economica dello Sri Lanka è sempre più una crisi energetica. Nei giorni scorsi le autorità avevano avvertito l’imminente esaurimento delle scorte di carburante per i trasporti pubblici e privati. La carenza di benzina continuerà fino al 22 luglio, aveva spiegato il premier Ranil Wickremesinghe. Ma il problema non riguarda solo la circolazione. Secondo Reuters, la popolazione sta ricominciando a cucinare con legna da ardere a causa della mancanza di cherosene.
Corea del Sud: Yoon annuncia tagli al settore statale
Il nuovo presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, ha annunciato ieri di voler operare un taglio aggressivo della spesa e vendere asset delle imprese statali. Obiettivo: riorientare le risorse verso le esigenze del welfare. Il presidente ha anticipato che presiederà un incontro dei ministri economici per discutere questioni “pressanti” quali la riforma delle imprese di Stato, l’inflazione, giunta ai massimi da 24 anni, e l’aumento dei prezzi dell’energia. Proprio il mese scorso Yoon aveva preannunciato l’attuazione di politiche incentrate sul settore privato e la deregolamentazione per far fronte in maniera strutturale alle criticità manifestate dall’economia nazionale. Durante il primo incontro sull’indirizzo di politica economica del nuovo governo, il mese scorso Yoon aveva attribuito gli smottamenti a “condizioni interne ed esterne preoccupanti”. “Dobbiamo risolvere i problemi cronici della bassa crescita e delle crescenti diseguaglianze tornando rapidamente alla crescita e superando la crisi nelle condizioni di vita dei cittadini”, aveva spiegato.
Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.