Hong Kong è entrata ufficialmente in “recessione tecnica”. Lo ha annunciato ieri il segretario finanziario Paul Chan, anticipando le statistiche ufficiali di giovedì, che ci si attende confermeranno una contrazione del Pil per due trimestri consecutivi. Chan ha aggiunto che dopo cinque mesi di proteste è altamente improbabile che l’economia hongkonghese riesca a concludere l’anno con un +0,1%, come pronosticato prima dell’inizio dei disordini causati dal movimento antiestradizione. Ad aver accusato il colpo è sopratutto il settore turistico, in crollo del 50% nel mese di ottobre. Intanto non si placano le accuse contro la polizia sempre più aggressiva anche nei confronti dei reporter sebbene visibilmente riconoscibili grazie ai loro gilet fluorescenti. In segno di protesta, nella mattinata di ieri diversi giornalisti hanno boicottato la conferenza stampa delle forze dell’ordine [fonte: ABC]
Joshua Wong bandito dalle elezioni distrettuali
Joshua Wong, il leader del movimento degli Ombrelli, non potrà partecipare alle elezioni per il consiglio distrettuale del prossimo 24 novembre a causa della sua posizione politica. Letteralmente: “il candidato non rispetta assolutamente i requisiti delle leggi elettorali pertinenti, poiché la promozione dell’autodeterminazione è contraria al contenuto della dichiarazione che la legge richiede a un candidato di far valere la Basic Law e la fedeltà all’HKSAR.” Wong non avrebbe dimostrato sincerità nel rinnegare che la missione originaria di Demosisto, il partito da lui fondato, prevede l’affermazione dell’autodeterminazione di Hong Kong con fini indipendentisti. Il ragazzo, che puntava alla circoscrizione elettorale di South Horizons risulta l’unico candidato ad essere stato squalificato, mentre altre figure favorevoli all’autodeterminazione, come Eddie Chu, sono state riabilitate. Il risultato delle urne costituisce un primo importante banco di prova per l’establishment dopo cinque mesi di proteste. [fonte: SCMP]
Cosa attendersi dal 4° plenum
In queste stesse ore la leadership cinese è riunita nelle segrete stanze del Jingxi Hotel di Pechino per discutere come “migliorare la governance del paese”. L’agenda ufficiale dell’atteso quarto plenum ha disatteso le speranze di quanti auspicavano una maggiore attenzione per le questioni economiche. Ma Xi Jinping & Co. sanno bene che è solo consolidando il consenso politico che sarà possibile procedere speditamente lungo il cammino delle preannunciate riforme. D’altronde, non è un caso che l’espressione “migliorare il sistema del socialismo con caratteristiche cinesi, promuovere il sistema di governo statale e modernizzare le capacità di governance” sia comparsa precedentemente proprio in occasione del plenum del 2013 dedicato alle riforme economiche, quando i leader promisero di assegnare al mercato un “ruolo decisivo nell’allocazione delle risorse.” Secondo il NYT, il consesso in corso servirà nello specifico a: 1) rafforzare i poteri delle nuove commissioni politiche create e presiedute da Xi Jinping per migliorare il controllo sul processo di riforma; 2) portare a termine la ristrutturazione delle istituzioni statali e l’integrazione con gli organi di partito cominciata lo scorso anno e lasciata incompiuta; 3) ampliare la presenza di comitati di partito in aziende, organizzazioni e quartieri per far rispettare le politiche e monitorare il malcontento popolare; 4) utilizzare le nuove tecnologie per rilevare ed estinguere sul nascere possibili cause di protesta, come la condotta illecita dei funzionari, l’inquinamento o le controversie sulla terra. [fonte: NYT]
170 aziende italiane all’import expo
Una nave italiana di 20 metri è diventata il primo oggetto a raggiungere la sede presso cui si terrà la seconda edizione del China International Import Expo (CIIE) di Shanghai. Il pattugliatore veloce FSD 195, realizzato dal costruttore navale Ferretti, farà il suo debutto asiatico durante l’imminente esposizione del 5 -10 novembre. Oltre 170 aziende italiane hanno in programma di prendere parte all’evento, presentando una varietà di prodotti di lifestyle e lusso, dalle auto sportive all’abbigliamento. Maserati e Ferrero sono tra i partecipanti a credere di più nel mercato cinese [fonte: Xinhua]
Dai pagamenti online al riconoscimento facciale
I pagamenti mobile sono ormai passato remoto. In Cina è il riconoscimento facciale che sta rimodellando le abitudini dei consumatori cinesi. Secondo il Nikkei Asian Review, circa 1.000 minimarket hanno già installato il nuovo sistema di pagamento e oltre 100 milioni di cinesi hanno effettuato la registrazione per poter utilizzare la tecnologia. Oltre alla nota catena Seven-Elevan, ristoranti e metropolitane hanno cominciato a testare il sistema. Si stima che nel giro di due anni il riconoscimento facciale diventerà il metodo d’acquisto preferito dai cinesi, superando i pagamenti digitali. [fonte: NIKKEI]
I giapponesi dicono sì a un’imperatrice
La stragrande maggioranza degli elettori giapponesi si è detto favorevole ad una successione femminile al Trono di crisantemo. Secondo un recente sondaggio di Kyodo News, l’81,9 per cento dei rispondenti ritiene accettabile il passaggio del titolo imperiale nelle mani di una donna, con appena il 13,5 per cento contrario. Per legge solo gli eredi maschi della famiglia imperiale possono ambire al titolo, ma la diminuzione del numero dei discendenti sta spingendo il governo a vagliare soluzioni alternative. [fonte: Reuters]
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Classe ’84, romana doc. Direttrice editoriale di China Files. Nel 2010 si laurea con lode in lingua e cultura cinese presso la facoltà di Studi Orientali (La Sapienza). Appena terminati gli studi tra Roma e Pechino, comincia a muovere i primi passi nel giornalismo presso le redazioni di Agi e Xinhua. Oggi scrive di Cina e Asia per diverse testate, tra le quali Il Fatto Quotidiano, Milano Finanza e il Messaggero. Ha realizzato diversi reportage dall’Asia Centrale, dove ha effettuato ricerche sul progetto Belt and Road Initiative. È autrice di Africa rossa: il modello cinese e il continente del futuro.