2012. Dio onnipotente contro il Dragone rosso

In by Simone

Più di 800 arresti. Un giro di vite incredibile su una setta cristiana che si chiama Almighty God Church, ovvero la Chiesa di Dio onnipotente, di cui finora erano in pochi a conoscerne l’esistenza. Come cavalcare la paura per la fine del mondo e quanto il Governo ha paura delle organizzazioni religiose.
Secondo quanto riportato dei media locali, guru e adepti della Chiesa di Dio onnipotente stanno diffondendo notizie apocalittiche sul giorno del giudizio. Il giorno in questione sarebbe proprio quello indicato dal calendario maya: il 21 dicembre del 2012.

La setta, la cui “religione” in Cina è stata immediatamente etichettata come un "culto malvagio", prevede tre giorni di buio a partire proprio da venerdì e invita i suoi adepti a rovesciare “il dragone rosso”, un modo – secondo i media nazionali – di definire il Partito comunista cinese.

"Stanno dicendo a tutti che venerdì il sole sorgerà ad Occidente e poi sparirà per tre giorni. E che, a partire dal primo gennaio 2013, seguiranno 72 giorni di terribili catastrofi naturali", ha riferito al Financial Times un ventiquattrenne che ha fatto parte della setta e la cui madre, cinquantenne, ne fa ancora parte. “Hanno chiesto a tutti i membri di prepararsi alla fine del mondo ritirando dalle banche il proprio denaro” ha aggiunto il ragazzo che – ovviamente- avrebbe chiesto che la sua identità non fosse rivelata per paura di ritorsioni.

Il Global Times – spin off in lingua inglese del Quotidiano del popolo, il giornale più allineato al pensiero del Governo centrale – riferisce anche che la Chiesa di Dio onnipotente predicherebbe il già avvenuto avvento di un nuovo messia, questa volta donna, e una nuova era caratterizzata da “terremoti che faranno tremare il mondo”.

La rivista China Business View, riporta che i fedeli si chiamano con nomi in codice come “coniglietto bianco” e “cagnolino” e che stanno molto attenti a nascondere la loro identità, al punto da non portare con sé telefoni cellulari per non farsi intercettare. Il China Youth Daily, altro quotidiano legato a doppio filo al Partito comunista, riferisce con sdegno che gli adepti di questo “pericoloso” gruppo religioso “fanno addirittura uso di ‘comunicazione sessuale’ invitando le loro donne a usare il loro sex appeal per sedurre i single dell’altro sesso”.

A quanto pare questo “culto malvagio” – epiteto storicamente usato anche per definire la chiesa illegale del Falung Gong – fu fondato nei primi anni Novanta, ma è rimasto nascosto proprio per prevenire un’azione del Governo che mal digerisce le organizzazioni religiose non ufficiali. Il fondatore è stato nel 1989 Zhao Weishan e il suo culto, dalla povera regione centrale dello Henan si sarebbe poi diffuso in tutto il paese fino a superare il milione di adepti.

L’ultima ondata di arresti si è concentrata soprattutto nelle regioni – anch’esse poverissime – del Qinghai e del Guizhou. Essendo un’organizzazione clandestina è pressoché impossibile stimare in maniera precisa il numero di adepti, ma un anonimo seguace avrebbe riferito al Financial Times che attualmente ci sono "almeno parecchi milioni" di seguaci in tutto il paese.

Il governo ha sempre classificato il gruppo come “culto illegale” e periodicamente ha confiscato ai suoi membri denaro e beni, ma la scala e la gravità degli arresti dell’ultima campagna è senza precedenti. Il punto è che la Cina ha una lunga storia di movimenti politico-religiosi capaci di rovesciare i governi.

Ricordiamo alla metà del XIX secolo la rivolta dei Taiping, glorificata dallo stesso Mao Zedong e, all’alba del XX secolo, i membri della rivolta anti-cristiana passata al secolo come "Rivolta dei Boxer", che credevano che la loro fede li rendesse impermeabili alle pallottole. Più di recente, nel 1999, il Partito aveva lanciato una feroce campagna contro il movimento spirituale del Falun Gong, i cui adepti si erano radunati a migliaia attorno a Zhongnanhai, il cremlino della Repubblica popolare.

Da allora, migliaia di membri del Falun Gong sono stati incarcerati e molti altri sottoposti a brutali "rieducazioni". E sembra che la storia si stia ripetendo. Evan Osnos sul New Yoker riporta le massime di chiusura di un manifesto governativo che mette in guardia la popolazione dalla pericolosità delle sette religiose. E consiglia: “non ascoltare, non leggere, non condividere e non partecipare”.