Una mostra fotografica al Mao di Torino racconta gli anni più turbolenti della Repubblica popolare
Al MAO- Museo di Arte Orientale di Torino- è in corso “稍息 Riposo! Cina 1981-1984”, mostra fotografica di Andrea Cavazzuti, a cura di Stefania Stafutti e Davide Quadrio e promossa dall’Istituto Confucio dell’Università di Torino.
“ […] sentivo il privilegio di star vivendo intensamente la storia, di essere lì in prima persona mentre un miliardo e passa di uomini stavano rapidamente trasformando sé stessi e l’ambiente in cui vivevano”
Le parole di Cavazzuti riassumono lo spirito della Cina di quegli anni: la necessità di tirare un po’ il fiato (da qui il titolo della mostra) dopo gli anni duri della Rivoluzione Culturale (1966-1976), ma anche il desiderio di sviluppo e modernità della politica di “Riforma e apertura” (1978) che ha portato il paese al vertice delle economie mondiali.
L’esposizione cattura questo spirito grazie a dei preziosissimi scatti di vita quotidiana da diversi angoli della Repubblica popolare. Da un lato, le campagne povere e ancora legate a un pensiero conservatore. Dall’altro, le città che iniziano a ingrandirsi e a mostrare quei piccoli lussi prima di allora inimmaginabili.
Ne è un esempio lo scatto in cui sono ritratti dei giovani che festeggiano portando abiti alla moda occidentale e ballano tutti insieme. Guardando più a fondo, però, si nota che sono solo gli uomini a ballare, mentre le ragazze restano in disparte e non osano alzarsi. Questo dettaglio è altrettanto esemplificativo di un paese che in quegli anni si muoveva a due velocità: da una parte il progresso, l’apertura, dall’altra il conservatorismo e le imposizioni morali dettate dal mito della perfetta società socialista. Non a caso, nel 1983, venne lanciata la campagna “contro l’inquinamento spirituale” che condannava atteggiamenti lassisti, comportamenti liberali e l’adozione di stili di vita occidentali.
Un riposo quindi, come lo definisce la curatrice Stefania Stafutti, inquieto ma difficilmente percepibile negli scatti genuini di Cavazzuti che trasmettono un puro sentimento di spensieratezza dato proprio dal periodo di generale speranza verso un futuro migliore.
Ed è proprio con un inno alla spensieratezza, ma comunque denso di sottotrame, che si chiude la mostra. Una giovane coppia cammina tenendosi a braccetto in un parco. Il fotografo la riprende da dietro: non vuole rischiare che questo timido segno d’affetto venga interrotto dal suo sguardo, che potrebbe essere percepito dalla coppia come giudicatore. Questo avrebbe, forse, spinto i due amanti a staccarsi l’uno dall’altro per riacquisire una postura più adatta ai luoghi pubblici.
La mostra prosegue fino al 2 ottobre 2022, al MAO in via San Domenico, 11 (TO). Si segnala inoltre un evento programmato per sabato 1° ottobre alle ore 16.00 in cui Andrea Cavazzuti dialogherà con Olivo Barbieri (amico e collega fotografo di Cavazzuti) moderato da Stefania Stafutti, a cui va un grandissimo ringraziamento per averci guidato attraverso mostra e aver fornito spunti fondamentali per questo articolo.
Andrea Colosio si è laureato in Lingue e Civiltà dell’Asia e dell’Africa presso l’Università degli Studi di Torino. Fa parte della squadra di insegnanti l’Istituto Confucio di Torino portando avanti, allo stesso tempo, la propria carriera di artista.