In Cina e Asia – Monta il caso dell’insegnante finita in un ospedale psichiatrico

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Monta il caso dell’insegnante finita in un ospedale psichiatrico
  • Xi’an in lockdown, punite 26 persone
  • Pechino crea colosso delle terre rare
  • CNN: La Cina aiuta l’Arabia Saudita a costruire missili balistici
  • Lenovo nel mirino dei nazionalisti
  • Corea del Sud: concessa la grazia all’ex presidente Park
  • La diplomazia giapponese snobba le Olimpiadi invernali di Pechino
  • La propaganda nordcoreana arruola Twitter e vlogger

 

Che fine ha fatto Li Tiantian? É la domanda che da giorni rimbalza suo web cinese. La 29enne dello Hunan è sparita domenica dopo aver preso le difese di un’insegnante licenziata per aver messo in discussione il numero delle vittime del massacro di Nanchino, una delle storiche ferite aperte tra Cina e Giappone.

Stamani la conferma delle autorità locali: Li, da tempo affetta da depressione, è stata portata in un ospedale psichiatrico su richiesta della famiglia. Ma, per gli amici più stretti, si tratta di una scusa. Quello dell’infermità mentale é un pretesto usato spesso in Cina (soprattutto in passato) per eliminare voci scomode. Secondo il Global Times, è stata aperta un’indagine sul caso e la ragazza verrà sottoposta a un periodo di rieducazione una volta dimessa.

Come fa notare il NYT, un aspetto insolito del caso è la tolleranza dimostrata dai censori del web. La vicenda di Li, continua ad alimentare il dibattito sulla stretta ideologica adottata dall’amministrazione Xi Jinping, particolarmente incline a utilizzare la storia come forma di legittimazione. Non è chiaro quale sia la reale motivazione dell’inusuale clemenza. Probabilmente il governo centrale non approva il modo in cui le autorità distrettuali stanno gestendo la cosa. Stando al Nikkei, tuttavia, è in corso una tenzone all’interno degli organi di informazione cinese. Riportando un recente editoriale comparso sul People’s Daily, il quotidiano nipponico mette in risalto come dopo il sesto plenum sul quotidiano ufficiale del Pcc siano comparse posizioni eterodosse che sembrano mettere in discussione il ruolo di Xi nel partito – consacrato dalla risoluzione storica – valorizzando l’eredità dei predecessori Jiang Zemin e Hu Jintao.

Xi’an in lockdown, punite 26 persone

Le autorità disciplinari di Xi’an hanno sanzionato 26 persone per negligenza nelle operazioni di controllo del Covid nell’ex capitale imperiale. Da giorni il capoluogo dello Shaanxi è alle prese con una nuova ondata epidemica: 49 i casi riportati il 23 dicembre, in calo rispetto ai 60 del giorno prima ma non abbastanza da tranquillizzare le autorità che nella giornata di ieri hanno annunciato il lockdown più restrittivo dalla chiusura ermetica di Wuhan nel gennaio 2020: sono 13 milioni le persone sottoposte alla quarantena. Il governo ha giustificato le misure in previsione delle Olimpiadi invernali di Pechino e della Festa di Primavera, periodo dell’anno in cui il Paese è normalmente attraversato da massicci flussi migratori. Non è chiara l’esatta natura delle misure punitive adottate. Intanto la città ha sospeso tutti i voli interni.

Pechino crea colosso delle terre rare

Pechino ha creato il China Rare Earth Group, un “gigante delle terre rare”, per tutelare il suo monopolio nell’estrazione dei minerali strategici. Mentre la sua quota nel mercato globale delle terre rare diminuisce e la concorrenza aumenta, la Cina ha fuso sotto la stessa unità la Aluminium Corporation of China (Chinalco), la China Minmetals Corporation e la Ganzhou Rare Earth. L’obiettivo è quello di mantenere il controllo sui prezzi e sulla produzione globale di minerali vitali per la realizzazione di componenti e dispositivi elettronici, turbine eoliche e attrezzature militari. Secondo un analista di China Galaxy, le terre rare sono in procinto di diventare un vero e proprio “strumento strategico” nelle mani di Pechino, per aumentare la sua influenza a livello internazionale. La quota cinese della produzione globale è scivolata dall’86% nel 2014 al 58,3% del 2020, secondo l’US Geological Survey, di qui la necessità per il governo di prendere le misure necessarie a preservare il predominio su questo mercato. Per la China Central Television, la formazione del nuovo gigante delle terre rare aiuterà a sostenere investimenti in nuove tecnologie che migliorino il processo di lavorazione dei minerali e realizzino prodotti di maggior valore.

CNN: La Cina aiuta l’Arabia Saudita a costruire missili balistici 

L’Arabia Saudita sta costruendo missili balistici propri con l’aiuto della Cina, suggeriscono alcune immagini satellitari ottenute dalla CNN. Un tempo acquirente di missili cinesi, oggi Riyadh sembrerebbe intenzionata a riconfigurare i rapporti di potere regionali, fabbricando il proprio armamentario attraverso il trasferimento di tecnologie direttamente da Pechino. Un portavoce del Ministero degli Esteri Cinese ha risposto a questo proposito alla CNN sostenendo che Cina e Arabia Saudita sono “partner strategici completi” e che “hanno mantenuto una cooperazione amichevole in tutti i campi, anche nel campo del commercio militare”. Le agenzie di intelligence statunitensi sono preoccupate per le ambizioni nucleari del Regno, che potrebbero compromettere gli sforzi di Washington per l’espansione dell’accordo sul nucleare con l’Iran. Tra Riyadh e Teheran non scorre buon sangue, per questo “la produzione interna di missili balistici da parte dell’Arabia Saudita suggerisce che qualsiasi sforzo diplomatico per controllare la proliferazione missilistica [in Medio Oriente, ndr] dovrebbe coinvolgere altri attori regionali”, ha dichiarato un docente della Middlebury Institute of International Studies. I primi segnali di allarme circa le velleità del Regno saudita sarebbero emersi già durante l’amministrazione Trump, che era stata accusata di aver tenuto un approccio troppo soft con il paese mediorientale. “Per dirla alla leggera”, ha detto Ankit Panda del Carnegie Endowment for International Peace, il presidente Trump “non era interessato a fare pressione su Riyadh su queste questioni”. Washington si trova ora in bilico tra la tentazione di sanzionare le organizzazioni coinvolte nei trasferimenti tecnologici e la necessità muoversi prudentemente per non inasprire le relazioni col governo saudita. Gli sforzi dell’amministrazione Biden per mantenere la stabilità nella regione dovranno poi fare i conti con il fattore Cina, anche in Medio Oriente.

 

Lenovo nel mirino dei nazionalisti

Continua la pressione sulle aziende tecnologiche cinesi: stavolta il leader dell’elettronica Lenovo è al centro di una polemica lanciata sui social, che lo vede accusato di aver venduto beni statali a prezzi ribassati, di pagare salari “irrazionali” ai suoi manager e di lasciare troppo spazio agli stranieri nell’organico della dirigenza. La polemica si inserisce nell’alveo del dibattito pubblico sullo strapotere delle aziende private in Cina, inaugurato quest’anno dal governo cinese con una serie di misure normative per reimpostare il Paese sulla rotta della “prosperità comune”. Per affrontare il malcontento causato dalle crescenti diseguaglianze, il presidente Xi Jinping aveva dichiarato ad agosto che tutti i cittadini devono avere pari opportunità, e che i più ricchi sono tenuti a “restituire di più alla società”. Ma le accuse rivolte a Lenovo, secondo gli analisti, sarebbero sintomatiche anche del crescente nazionalismo della società cinese, su cui il governo nazionale fa leva per mantenere la stabilità del regime di fronte a sfide quali le tensioni commerciali con Washington, la crisi sanitaria e il rallentamento  dell’economia. La strategia del Partito Comunista Cinese è stata quella di invitare le aziende private a perseguire gli obiettivi sociali e morali del governo, oltre ai loro meri interessi commerciali. Sembra che una parte della società cinese abbia fatto propria questa retorica pretendendo dal mondo del business maggiore responsabilità sociale.

Corea del Sud: concessa la grazia all’ex presidente Park

Moon Jae-in, ha concesso la grazia alla ex presidente, Park Geun-hye, in nome della “armonia nazionale”. L’annuncio, avvenuto stamattina, anticipa di pochi mesi le elezioni presidenziali previste per marzo prossimo. Park si trova in carcere dal 2017 dopo una condanna a 22 anni di reclusione per numerosi reati, incluso aver ricevuto tangenti da Samsung e altri conglomerati industriali del Paese tramite la confidente e vecchia amica Choi Soon-sil. Park verrà scarcerata il 31 dicembre. Il presidente Moon ha dichiarato che il perdono è nell’interesse della coesione nazionale, e tiene in considerazione le precarie condizioni di salute dell’ex leader.

La diplomazia giapponese snobba le Olimpiadi invernali di Pechino

Il Giappone non manderà alcuna delegazioni di alto profilo alle Olimpiadi invernali di Pechino. Lo ha annunciato poco fa il segretario capo del Gabinetto, Hirokazu Matsuno, aggiungendo che la decisione è stata presa per assecondare la posizione americana in merito alle violazione dei diritti umani nella regione autonoma dello Xinjiang. Il boicottaggio riguarderà anche Koji Murofushi, direttore generale della Japan Sports Agency, mentre il governo di Fumio Kishida si limiterà a inviare funzionari olimpici, tra cui Yasuhiro Yamashita, ex medaglia d’oro nel judo. Per Matsuno però non si tratta di “boicottaggio”: “Non utilizzeremo quel termine”. Nel 2014 l’ex premier Shinzo Abe aveva presenziato personalmente ai Giochi di Sochi, boicottati da molti leader occidentali in risposta all’invasione russa della Crimea.

L’allineamento di Tokyo agli States è sempre più evidente anche in merito alla gestione della questione taiwanese. Secondo la stampa nipponica, le amministrazioni Kishida e Biden starebbero finalizzando in piano di emergenza in caso di un’invasione cinese dell’isola.

La propaganda nordcoreana arruola Twitter e vlogger

Pyongyang ha aperto un nuovo account Twitter per veicolare la propaganda nordcoreana all’estero. Secondo NKnews, la Corea del Nord starebbe cercando infatti adattare la propria strategia di comunicazione ai nuovi tempi, creando canali sui social media che utilizzano lo stile dei “vlogger” internazionali. Il profilo “Mokran_Tweet” fa parte di un’operazione orchestrata dalla Sogwang Media Company,  società legata alle attività dell’utente “coldnoodlefan”, sospeso da Twitter a settembre. La bio del nuovo account – che usa lo stesso stile comunicativo di “coldnoodlefan” – si descrive come “Amante della pace, riporta le ultime notizie sulla RPDC [Repubblica Democratica Popolare di Corea, ndr], promuove l’amicizia e la solidarietà con la RPDC”. Il nuovo volto della propaganda nordcoreana si chiama Jin Hui, una giovane donna già comparsa in alcuni video della Sogwang nel 2020. Dai post dell’account sembra che l’utente non risieda in Corea del Nord, bensì all’estero. Ma secondo NK News si tratta solo di un espediente di Sogwang. “Mokran_Tweet” ripropone il rinnovato stile di propaganda voluto da Kim Jong Un, che al congresso del Partito dei Lavoratori di Corea del gennaio scorso aveva espresso la necessità di “frustrare l’offensiva reazionaria del nemico e aumentare il prestigio della RPDC rafforzando il ruolo del settore dell’informazione esterna”.

A cura di Alessandra Colarizi e Agnese Ranaldi